L'età
del Bronzo corrisponde all'occupazione da parte dell'uomo
della pianura parmense nella quale sono state localizzate
numerose terramare. Per gli storici, e secondo una menzione
di Tito Livio, Parma sarebbe stata una città etrusca,
malgrado la scarsa influenza che questo popolo esercitava
in Emilia occidentale. Successivamente, verso il IV secolo
a.C., la regione venne occupata da popolazioni celtiche, ed
in particolare dal popolo dei Boi. Con la progressiva conquista
del Nord Italia da parte dei Romani, nel 183 a.C. Parma divenne
una colonia romana e ad ognuna delle 2.000 famiglie installate
vennero affidati lotti di terra in prossimità della
via Emilia, dalla quale, a est della città, partiva
un cardo della centuriazione che si insinuava lungo la valle
del fiume Parma, dando origine alla Strada delle cento miglia
che collegava Parma a Luni. Col trascorrere degli anni, la
fedeltà dimostrata nei confronti dell'Impero valse
alla città il titolo di Augusta Parmensis. La crisi
successiva dell'Impero Romano causerà anche per Parma
la perdita di una certa stabilità e floridezza economica
fino al culmine di una decadenza demografica, che nel 377
obbligò l'Imperatore Graziano a stabilire nella zona
una tribù di barbari, i Taifali. Seguirono periodi
di alternanza tra benessere e decadenza: ai saccheggi di Attila
del 452, si contrappose, dopo il 502, la rinascita ad opera
di Teodorico; alle successive conseguenze drammatiche causate
dalle guerre gotiche ci fu nuovamente il rifiorire durante
il breve periodo bizantino (539-568), che valse a Parma l'appellativo
di Crisopoli (Città d'oro).
Fu
in seguito, con l'arrivo dei Longobardi nel 593, che Parma
divenne per la prima volta un centro militare e amministrativo,
la capitale di un ducato in cui risiedeva una delle figlie
del Re Agilulfo. I Franchi succedettero ai duchi lombardi
e nel 879 Carlomanno accordò al vescovo Guibodo il
potere temporale sulla città. Ai saccheggi provocati
nel IX secolo dalle invasioni dei Magiari, seguì un
periodo di pace e crescita demografica. In questa fase Parma
continuò ad essere governata da una lunga serie di
Conti-Vescovi fino al XII secolo, quando la città divenne
un libero comune, amministrato da un Podestà e da un
Capitano del Popolo. Nel 1160 Federico Barbarossa sottomise
i parmigiani obbligandoli a dichiarare fedeltà all'Impero,
ma l'autorità imperiale verrà sconfitta nella
battaglia di Legnano del 1174 dalle città riunite nella
Lega Lombarda (tra cui Parma). Nel 1183 la Pace di Costanza
ristabilì l'autonomia cittadina. Nella lunga contesa
tra guelfi e ghibellini, che dominò la vita politica
italiana dal XII al XIV secolo, Parma si schierò dapprima
coi ghibellini, favorevoli all'Imperatore, e successivamente
con i guelfi, dopo la battaglia di Borghetto del Taro (nei
pressi dell'attuale Castelguelfo). Seguì un periodo
di dominazione straniera: Parma fu sottoposta al dominio milanese
dei Visconti dal 1346 al 1447, salvo un breve intermezzo,
tra il 1404 ed il 1409, in cui il potere passa nelle mani
di Ottobono Terzi. Ai Visconti succederanno gli Sforza ma
anche le dominazioni francesi.
Nel
1521 l'esercito pontificio e spagnolo, dopo un assedio di
tre giorni, sconfisse i francesi e la città fu conquistata.
Nel 1545 il papa Paolo III (nato Alessandro Farnese), creò
il ducato di Parma affidandolo al figlio illegittimo Pier
Luigi Farnese e la famiglia farnesiana manterrà il
governo ducale fino al 1731, facendo di Parma una piccola
capitale italiana, ricca delle opere di grandi artisti quali
il Correggio ed il Parmigianino. Ai Farnese succedettero i
Borbone, discendenti della famiglia del Re Sole, mentre l'Infante
di Spagna Carlo I, figlio del Re Filippo V di Spagna, divenne
il nuovo duca di Parma e Piacenza. La dinastia dei Borbone,
che contribuì a rendere Parma un faro culturale in
Europa, subì un'interruzione quando Napoleone Bonaparte
annetté il ducato alla Francia, trasformandolo in semplice
dipartimento (dipartimento del Taro). Solo con l'abdicazione
di Napoleone, avvenuta nel 1814, ed il successivo Congresso
di Vienna, venne ristabilito il Ducato di Parma, Piacenza
e Guastalla, affidato temporaneamente agli Asburgo. Maria
Luigia d'Austria, sposa di Napoleone e figlia dell'Imperatore
Francesco I, divenne in questo modo la nuova duchessa della
città e, malgrado gli episodi rivoluzionari del 1831
e 1847, conserverà il potere fino alla sua morte, avvenuta
nel 1847, senza però il potere di trasmettere il trono
ad eredi. Nello stesso anno 1847 i Borbone tornano a governare
il ducato, dapprima con Carlo II (1847-1849), al quale succedette
il figlio, Carlo III (1849-1854), pugnalato a morte per strada
il 26 marzo 1854 da un attentatore rimasto sconosciuto, e
infine con Roberto I di Parma che, essendo troppo giovane
per governare, ebbe la reggenza assicurata dalla madre Maria
Luisa di Borbone-Francia. Roberto venne deposto nel 1859,
ad undici anni, quando, allo scoppio della seconda guerra
di indipendenza, la madre preferì fuggire nel Lombardo-Veneto,
in attesa dell'esito della guerra. Con l'Armistizio di Villafranca
il Regno di Sardegna annetté il Ducato dopo un plebiscito
celebrato nel 1860. Il ramo dei Borbone-Parma prospera tuttora
e, dal 1964, i nipoti di Roberto sono Granduchi del Lussemburgo.
Nel 1922 la città di Parma si distinse per aver combattuto
le milizie fasciste comandate da Italo Balbo erigendo barricate
in numerosi quartieri della città. Il 23 aprile 1945
iniziò la ritirata delle truppe nazi-fasciste da Parma
e il 24 aprile un gruppo di cittadini prese provvisoriamente
in consegna il quotidiano locale La Gazzetta di Parma, con
lo scopo di cederlo al Comitato di Liberazione Nazionale;
infine, il 26 aprile, partigiani e truppe alleate fecero il
loro ingresso in città. Per i sacrifici delle sue popolazioni
e per la sua attività nella lotta partigiana durante
la seconda guerra mondiale Parma è tra le Città
decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione e
insignita della Medaglia d'Oro al Valor Militare. Durante
l'Assemblea Costituente ci fu il tentativo da parte del Sen.
Giuseppe Micheli e alcuni politici di creare la regione Emilia
Lunense, avente come capoluogo Parma: la proposta dapprima
venne approvata, ma in seguito venne sospesa con l'articolo
Mortati.
URBANISTICA
Indagini archeologiche hanno confermato l'esistenza di un
impianto urbano anteriore all'insediamento dei Celti (VI secolo
a.C.) e riconducibile ad ambiente di cultura etrusca, ma forse
Parma era un centro abitato già nell'Età del
bronzo. È ormai accertato che nella posizione attuale
della città sorgeva una "terramare", sorta
di villaggio su palafitte di forma quadrangolare, costruito
sulla terraferma, generalmente in vicinanza di un corso d'acqua
con insediamenti posti probabilmente sia sul lato destro che
su quello sinistro del torrente, formando nuclei indipendenti
tra di loro. La fondazione ufficiale della città è
avvenuta nel 183 a.C. ad opera dei Romani, dapprima sull'antico
abitato terramaricolo ed in seguito, dopo la distruzione avvenuta
nel 44 a.C. poco più ad ovest, spostando il foro cittadino
in corrispondenza dell'attuale piazza principale cittadina,
Piazza Garibaldi. Nei secoli successivi l'urbanistica cittadina
ha subìto innumerevoli cambiamenti dovuti ai normali
progressi culturali e tecnologici dell'umanità, ma
anche dettati da obblighi militari, saccheggi o più
semplicemente esigenze estetiche o di prestigio delle differenti
famiglie regnanti. Per un lungo periodo storico l'evoluzione
della città si è svolta principalmente entro
le mura erette nel XIV secolo. Solo dopo la fine della seconda
guerra mondiale, ed in particolare a partire dagli anni sessanta,
lo sviluppo urbanistico ha subìto una notevole accelerazione
che ha portato al raddoppio della superficie cittadina nei
primi anni novanta per poi aumentare di un ulteriore 28% dal
1994 al 2003, facendo così registrare in questi nove
anni un tasso di espansione mai visto prima. I grandi progetti
in fase attuale di edificazione tenderanno a modificare alcune
importanti aree cittadine, in particolare nella zona a nord
della stazione, con un progetto di riqualificazione di ex-aree
industriali di 40 000 metri quadrati ed in corrispondenza
della futura nuova sede dell'Autorità Europea, nei
pressi della quale un moderno ponte di acciaio e vetro collegherà
le due sponde del torrente ed ospiterà al suo interno
vari spazi per manifestazioni ed eventi legati all'agroalimentare.
Il Piano strutturale (PSC) adottato nel 2007 si concentra
soprattutto su tre grandi filoni: potenziamento di aeroporto
e fiera, nascita di un polo della ricerca nell'area sud con
un ampliamento del campus universitario di 150 mila metri
quadrati e nelle cui adiacenze sorgerà anche un grande
centro polisportivo riservato agli sport minori, sviluppo
di nuove aree produttive a nord della città oltre la
fascia dell'autostrada con nuove espansioni che supereranno
1,5 milioni di metri quadrati totali suddivise fra le zone
di espansione dette SPIP 2 (580.000 m²) e SPIP 3 (930.000
m²).
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